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25 aprile 2024, 11:39
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Cosa ha portato all’incriminazione di Trump

Cosa ha portato all’incriminazione di Trump Esteri

Il Gran Giurì di Manhattan ha accusato l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il reato di frode relativamente al pagamento della pornostar Stormy Daniels, il cui nome vero è Stephanie Clifford.
La decisione è giunta all’improvviso. Stando alle fonti più attendibili il Gran Giurì avrebbe dovuto pronunciarsi sulla questione verso la fine del mese di aprile, dopo le vacanze di Pasqua. Trump stesso, secondo quanto riportato dal New York Times, sarebbe stato sopraggiunto dall’inaspettata notizia mentre era in Florida, nella sua villa di Mar-a-Lago.

A renderlo noto è stato lo stesso staff di Trump, anche se l’esatta accusa contenuta nell’atto di incriminazione non è stata ancora ufficializzata. La conferma è arrivata anche dal procuratore distrettuale di Manhattan che ha già provveduto a contattare i legali dell’ex Presidente per pianificare gli step successivi.
Joe Tacopina, uno dei legali del tycoon, comunica alla National Broadcasting Company (c.d. NBC) che Trump si recherà presso l’ufficio del procuratore ad inizio della prossima settimana, presumibilmente martedì. Come per qualsiasi altro imputato, dopo averlo messo a conoscenza dei suoi diritti (i ccdd, “Miranda warning”), la polizia gli rileverà le impronte digitali e scatterà le foto segnaletiche.
Chris Kine, altro legale del team che assiste Trump, dichiara che l’incriminazione “manca completamente di basi legali”. Prosegue parlando di “punto più basso nella storia del nostro sistema giudiziario”.

I fatti

L’incriminazione giunge a seguito di una lunga inchiesta portata avanti dal procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, su i 130.000 dollari pagati da uno degli ex avvocati di Trump, Michael Cohen, alla pornostar Stormy Daniels, poco prima delle elezioni presidenziali del 2016. La somma avrebbe assicurato il silenzio della Clifford su una relazione avuta con il tycoon.
Secondo l’accusa l’ex Presidente avrebbe dedotto la somma dalle sue dichiarazioni fiscali, facendola contabilizzare come spesa legale. Ciò che ancora sfugge è se il rimborso a Cohen del pagamento fatto alla Daniels derivasse dai fondi stanziati per la campagna elettorale.

Nel febbraio del 2018, ad un mese dalla pubblicazione della notizia da parte del Wall Street Journal, Cohen, affermava di aver pagato la pornostar utilizzando denaro personale senza essere mai stato incaricato dallo staff di Trump. L’ex presidente non lo avrebbe mai rimborsato.
Successivamente Cohen, sotto giuramento, rivedeva entrambe le asserzioni sostenendo non solo che il tycoon lo avrebbe incaricato di pagare, ma che lo avrebbe anche rimborsato.
Nell’agosto di quello stesso anno Cohen veniva condannato da tribunale federale di Manhattan per i reati di frode fiscale e per aver violato le regole finanziarie che disciplinano la gestione dei fondi in campagna elettorale. 

La reazione dell’ex Presidente

Eric Trump, il terzo figlio di Trump, con un tweet ha preso le difese del padre denunciando come la decisione del Gran Giurì rappresenti “un atto politico” commesso per impedire una sua nuova candidatura.
Donald Trump ha invece commentato così i fatti in un comunicato “La mia incriminazione è una persecuzione politica e un’ingerenza nelle elezioni”. Prosegue “Questa è la persecuzione politica e l’interferenza elettorale al livello più alto della storia”. Ancora “Da quando sono sceso dalla scala mobile dorata della Trump Tower e prima che prestassi giuramento come vostro presidente degli Stati Uniti, i democratici della sinistra radicale – nemici degli uomini e delle donne che lavorano sodo in questo Paese – sono stati impegnati in una caccia alle streghe per distruggere il movimento Make America Great Again”.
Il tycoon continua riportando quelle che a parer suo sono state tutte le “persecuzioni politiche” che ha dovuto fronteggiare nel corso degli ultimi anni “la bufala dell’impeachment parte 1, la bufala dell’impeachment parte 2, il raid illegale e incostituzionale di Mar-a-Lago e ora questo“. Persevera “I democratici hanno mentito, imbrogliato e rubato nella loro ossessione di cercare di ‘prendere Trump’, ma ora hanno fatto l’impensabile: incriminare una persona completamente innocente in un atto di palese interferenza elettorale“. 

Donadl Trump durante il discorso tenuto alla Conferenza politica annuale dei conservatori il 4 marzo 2023
Donadl Trump durante il discorso tenuto alla Conferenza politica annuale dei conservatori il 4 marzo 2023

Parla poi di una vera e propria “caccia alle streghe” mossa nei suoi confronti “I democratici hanno imbrogliato innumerevoli volte nel corso dei decenni, ma armare il nostro sistema giudiziario per punire un avversario politico, che guarda caso è un ex presidente degli Stati Uniti e di gran lunga il principale candidato repubblicano alla presidenza, non è mai successo, mai. Questa caccia alle streghe contro di me si ritorcerà contro Biden“.

L’ex Presidente conclude rinvolgendosi al procuratore di Manhattan che lo ha incriminato e lancia un messaggio al popolo americano “Alvin Bragg è stato scelto e pagato da George Soros ed è vergognoso. Invece di fermare l’ondata di criminalità senza precedenti che ha travolto New York sta facendo il lavoro sporco di Joe Biden, ignorando gli omicidi, i furti con scasso e le aggressioni su cui dovrebbe concentrarsi. È così che Bragg trascorre il suo tempo. Credo che questa caccia alle streghe si ritorcerà contro Joe Biden in modo massiccio. Il popolo americano capisce esattamente cosa stanno facendo qui i democratici della sinistra radicale. Tutti possono vederlo. Quindi il nostro Movimento e il nostro Partito – uniti e forti – sconfiggeranno prima Alvin Bragg, e poi Joe Biden, cacciando i democratici così da poter rendere di nuovo grande l’America!”.

Fonte: https://www.nanopress.it/articolo/cosa-ha-portato-allincriminazione-di-trump/450499/

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