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25 aprile 2024, 14:22
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Cè un buco nel campo magnetico terrestre

Cè un buco nel campo magnetico terrestre Notizie

C’è un buco nel campo magnetico terrestre. O meglio, una regione conosciuta come anomalia del Sud Atlantico, in cui l'intensità del campo magnetico è ridotta a livelli minimi, al punto da non fornire più una difesa efficace nei confronti dei venti solari che investono costantemente il nostro pianeta. Fortunatamente, non si tratta di un punto sulla superficie terrestre, ma di una regione situata a un’altezza di 200 chilometri nei cieli sopra l’Atlantico del Sud, tra il Sud America e l’Africa occidentale. L’esatta natura di questo “buco” nel campo magnetico terrestre non è del tutto chiara, ma una nuova ricerca pubblicata di recente su Nature Geoscience aiuta a chiarire meglio i meccanismi da cui ha origine: i flussi di calore nelle aree più profonde del mantello terrestre.

Il motivo per cui l’Anomalia del Sud Atlantico viene studiata dagli scienziati non è puramente accademico. Se infatti non interessa, fortunatamente, la superficie del nostro pianeta, i suoi effetti si fanno invece sentire nella regione di spazio che circonda la Terra, e rappresentano un pericolo per i satelliti nella orbita terrestre. Quando uno strumento elettronico si trova ad entrare nell’anomalia il campo magnetico terrestre non offre più un riparo dalle particelle cariche che costituiscono i venti solari, e gli strumenti elettronici a bordo del satellite corrono il rischio di andare in corto circuito, perdendo dati preziosi o arrivando, nel caso peggiore, a danneggiarsi permanentemente. È capitato ad esempio a diversi computer portatili a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, e si sospetta che l’anomalia sia coinvolta anche nell’incidente che ha portato alla distruzione del telescopio spaziale giapponese Hitomi nel 2016.

Per questo, oggi i gestori dei satelliti che si trovano a passare nell’anomalia Sud Atlantica lungo la loro orbita spengono di routine gli strumenti di bordo. Ma questo non vuol dire che il pericolo sia del tutto scongiurato. Anche perché la Nasa, che monitora il fenomeno da tempo, ha scoperto che il buco nel campo magnetico terrestre non è un fenomeno statico: nel 2016 ad esempio è stato scoperto che l’anomalia è in movimento, mentre uno studio del 2020 ha dimostrato che con ogni probabilità, l’anomalia è in procinto di dividersi in due aree distinte.

Comprendere con precisione i meccanismi che danno origine all’anomalia aiuterebbe quindi a prevederne l’evoluzione, così da prendere le adeguate contromisure. È qui che entra in gioco la nuova ricerca, realizzata dai geofisici dell’Università di Leeds. I ricercatori hanno infatti studiato le zone del mantello situate in prossimità del nucleo terrestre, quello strato di metallo fuso in costante movimento da cui ha origine il campo magnetico del nostro pianeta. Studiando il modo in cui il calore del nucleo viene dissipato negli strati rocciosi sovrastanti, gli scienziati di Leeds hanno scoperto che il processo non avviene in modo uniforme: esistono regioni del mantello più calde, e altre più fredde, e sono proprio queste variazioni a dare origine, con ogni probabilità, all’anomalia Sud Atlantica.

Dove il mantello ha una temperatura maggiore il calore del nucleo trova infatti più difficoltà a penetrare, e questo genera un campo magnetico meno intenso. Una delle aree in questione è situata proprio in profondità sotto l’oceano Atlantico, ed è con ogni probabilità causa dell’anomalia del Sud Atlantico. Approfondendo la conoscenza di questi processi, i ricercatori sperano di riuscire a chiarire una delle domande aperte sull’anomalia: la sua durata. “I processo che riguardano il mantello sono molto lenti, e quindi possiamo aspettarci che le anomalie nelle aree inferiori del mantello siano rimaste uguali per decine di milioni di anni, e che lo stesso faccia il campo magnetico da loro generato”, spiega Jonathan Mound, ricercatore dell’Università di Leeds che ha collaborato allo studio. “Il nucleo interno, più caldo, è però una regione molto più dinamica. Quindi i flussi di calore, e le proprietà del campo magnetico a loro collegate, fluttuano probabilmente su scale temporali più brevi, forse anche di centinaia o migliaia di anni”.

Fonte: https://www.today.it/scienze/buco-campo-magnetico-terrestre.html

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